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Le Condotte Fobiche

Dr.ssa Laura Procopio

 

Le condotte fobiche comprendono le condotte di evitamento e di rassicurazione. Il soggetto fobico, infatti, quando è esposto ad una situazione o ad uno stimolo temuto, sperimenta una crisi di angoscia intensa ed incontrollabile, cercando, in ogni modo, di evitare di esporsi allo stimolo (condotta di evitamento).

                                                                                                                                                                  fobia sociale2

Tali condotte possono coartare notevolmente l’esistenza dell’individuo e costringerlo a chiudersi in casa e non uscire più, per evitare, ad esempio, lo spazio aperto oppure l’incontro con l’oggetto fonte di terrore e panico.

Le altre condotte sono quelle di rassicurazione in cui l’esposizione alla situazione fobica è possibile solo se il soggetto è accompagnato da una persona, generalmente significativa e rassicurante. Talora la funzione rassicurativa può essere esercitata anche da un oggetto.

Nel DSM IV-TR le fobie sono incluse nei disturbi d’ansia e sono divise in tre grandi gruppi:

L’Agorafobia (dal greco Agorà: piazza del mercato) collegata al disturbo di attacchi di panico (DAP con agorafobia, DAP senza agorafobia, agorafobia senza anamnesi di DAP). Questo disturbo si manifesta con la paura o l’ansia relativa al trovarsi in posti o situazioni dalle quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nelle quali può non essere disponibile aiuto in caso di attacco di panico.

Le situazioni agorafobiche possono essere, ad esempio, trovarsi da soli fuori casa, stare in mezzo ad una folla, o in coda, in autobus o in treno.

Le condotte agorafobiche, invece, possono essere di evitamento, per cui il soggetto riduce gli spostamenti ed evita specificatamente le situazioni o i luoghi in cui teme che possano insorgere gli attacchi di panico. Altrimenti possono essere presenti condotte di accompagnamento, per cui il soggetto sopporta le situazioni agorafobiche solo se accompagnato da una persona significativa e rassicurante, ad esempio un familiare o un amico.

                                                                                                                                                                    fobia

L’agorafobia può essere reattiva all’attacco di panico oppure, nel caso di agorafobia senza anamnesi da attacco di panico il soggetto può vivere nell’angoscia che l’attacco possa giungere. La persona, in questo caso, arriva a non uscire più da solo, ma si fa accompagnare o delega. Dismette funzioni essenziali legate all’autonomia ed entra così in uno stato di dipendenza.

Agorafobia e claustrofobia fanno parte di una stessa dimensione. Esattamente vi sono aspetti agorafobici nel claustrofobo e viceversa. Quindi l’agorafobico ha anche spunti claustrofobici: soffre se si trova tra la folla al chiuso e riferisce di provare malessere nei posti dove si sente ingabbiato senza possibilità di fuga. Bisogna, quindi, in ogni persona osservare la predominanza del sintomo.

Esiste però una differenza: mentre l’agorafobico generalmente riesce ad affrontare gli spazi aperti se accompagnato, il claustrofobico non si farebbe mai chiudere in ascensore neanche con altre persone.

 

Roma, gennaio 2012

 

 

 

 

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