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La Dipendenza da Lavoro

Dr.ssa Laura Procopio

 

Il malessere sociale che nasce dall’eccessivo tempo riservato al lavoro è stato descritto, negli ultimi anni, nei termini di “burn-out”, “sindrome da stress lavorativo”, “lavoro-dipendenza ” o “work addiction”.

La dipendenza da lavoro consiste nel considerare il lavoro come l’unico elemento importante della propria vita. Si manifesta nei soggetti che arrivano a lavorare fino a 22 ore al giorno (definiti Workaholics: "drogati del lavoro"), che rivelano un comportamento ossessivo-compulsivo e presentano disturbi psicofisici (mangiano e bevono poco fino ad arrivare a un deperimento organico; accusano ansia, agorafobia e soprattutto depressione).

Lo studio del profilo psicodinamico dei dipendenti dal lavoro ha rivelato le principali motivazioni che alimentano la propensione al “lavoro no-stop” che, spinte all’estremo, permettono di delineare il profilo di diversi lavoro-dipendenti.

  • Lavoratore competitivo ed orientato al potere: tendono alla supremazia ed i fattori di stress che possono scaturire dall’iper-lavoro sono ulteriormente caricati dalle inclinazioni a comportamenti conflittuali, che possono anche sfociare in atti immorali o di predominio sugli altri.
  • Lavoratore iperambizioso ed orientato al successo: comportamento volto a ottenere traguardi lavorativi sempre più elevati. Ricercano l’eccellenza, tentativo, più o meno consapevole, di adeguarsi a delle identificazioni con modelli genitoriali (di estrema dedizione al lavoro e di perfezione).
  • Lavoratore solo e orientato all’affiliazione: il lavoro rappresenta l’unica opportunità per avere delle interazioni sociali, e le ore passate al lavoro rappresentano un modo per non ritrovarsi soli.
  • Lavoratore orientato all’evitamento: la motivazione al lavoro è determinata dalla fuga dai problemi di natura sentimentale, familiare o sociale.  dipendenza lavoro

Si può parlare di dipendenza da lavoro quando: la compulsione lavorativa supera le 8 ore quotidiane e si protrae nei fine settimana e nei periodi di vacanza; non è presente nessuna assenza né per necessità e raramente per malattia; si manifestano crisi di astinenza, con sensazione di vuoto, angoscia o irritazione quando si è lontani dal lavoro; compaiono vissuti di paura di perdere il lavoro e preoccupazioni ricorrenti riferite a temi lavorativi; compare un’incapacità di staccare, con rarefazione degli svaghi e degli hobbies e tendenza ad occupare i week-end e i momenti liberi con l’aggiornamento o con piccoli lavori.

Nelle fasi avanzate della dipendenza dal lavoro si verifica la cronicizzazione di alcuni problemi, quali: accentuata compulsione lavorativa, con lavoro notturno o ininterrotto per giorni; problemi relazionali cronici con colleghi, superiori o dipendenti; polidipendenza (uso di farmaci stimolanti, caffè e sostanze illegali) per ridurre le ore di sonno, per lavorare di più; sindrome da stress lavorativo che può degenerare in disturbi psicologici e fisici più gravi (depressione, ansia, alcoolismo, disturbi cardiaci); burn-out o sindrome dell’esaurimento emotivo; problemi familiari, legati a mancanza di comunicazione, ad atteggiamenti autoritari e ad un mancato ascolto delle continue richieste di essere maggiormente presente; isolamento sociale.

Il lavoro-dipendente può continuare a non ascoltare i primi segni di disagio, il quadro clinico può peggiorare fino all’infarto e all’instaurarsi di problemi di salute seri e cronici.

Uno dei fattori strettamente connesso all’eccesso lavorativo è la mancanza delle ore di sonno che risultano necessarie per il proprio benessere psicofisico. Questa carenza innesca profonde modificazioni nella chimica cerebrale e nel funzionamento della regolazione neurologica di tutte le funzioni vitali.

Affrontare questo tipo di problema significa ridimensionare i tempi e gli spazi da dedicare alla vita lavorativa, riscoprendo altre attività, spesso meno remunerative, ma altrettanto gratificanti, mediante le quali è possibile cominciare a prendersi nuove soddisfazioni e disegnare nuovi obiettivi con altrettanta creatività.

 

 Roma, gennaio 2012

 

 

 

 

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