Lo studio della Dottoressa Procopio è situato

a Roma in Via delle Fornaci n. 35.

Laura Procopio - MioDottore.it

Albo Nazionale

Albo Nazionale degli Psicologi

La dottoressa Procopio è iscritta all'Albo Nazionale degli Psicologi al Numero 13636.
  Ulteriori Informazioni   

Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità

Dr.ssa Laura Procopio

 

Le persone che presentano il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità manifestano un'accentuata attenzione ai dettagli, all'ordine e al perfezionismo.

La rigorosa devozione al lavoro, spesso, permette a tali soggetti di raggiungere un successo rilevante in professioni dove l'attenzione al dettaglio risulta essenziale. Tuttavia, il successo nella sfera professionale è ottenuto ad un prezzo elevato.

E' possibile rilevare la presenza di esperienze dell'infanzia in cui si sono sentiti dei bambini che non sono stati sufficientemente amati e valorizzati dai loro genitori.

Le relazioni intime possono rappresentare un problema significativo per queste persone in quanto fanno sorgere la possibilità di sentirsi travolti da intensi desideri di essere amati, portandoli ad avere paura di perdere il controllo.

La loro continua ricerca della perfezione può essere determinata dal desiderio di ricevere, finalmente, l'approvazione e la stima dei genitori che è mancata loro da bambini.

Inoltre, tali soggetti tendono e cercano di essere perfettamente logici e razionali perchè temono ogni situazione emotivamente incontrollata.

Spendono un'enorme quantità di energia per mantenere i loro rigidi stili cognitivi, infatti, non fanno niente senza sforzo. Non è allettante per loro fare vacanza o rilassarsi.

Quando devono prendere una decisione possono rimuginare all'infinito, perdendosi in dettagli e non riuscendo a ritrovare lo scopo principale del loro agire. Tale indecisione può essere correlata ai profondi sentimenti di dubbio su di sè.

Il DSM IV-TR elenca una serie di criteri per il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità:    ossessivo

Un quadro pervasivo di preoccupazione per l'ordine, perfezionismo, controllo mentale ed interpersonale a spese di flessibilità, apertura ed efficienza, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi:

1) attenzione per i dettagli, le regole, le liste, l'ordine, l'organizzazione o gli schemi al punto che va perduto lo scopo principale dell'attività;

2) mostra un perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti;

3) eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività fino all'esclusione delle attività di svago e delle amicizie;

4) esageratamente coscienzioso, scrupoloso, inflessibile in tema di moralità, etica o valori;

5) è incapace di gettare via oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno nessun significato affettivo;

6) è riluttante a delegare compiti o a lavorare con altri, a meno che non si sottomettano esattamente al suo modo di fare le cose;

7) adotta una modalità di spesa improntata all'avarizia, sia per sè che per gli altri (il denaro è visto come qualcosa da accumulare in vista di catastrofi future);

8) manifesta rigidità e testardaggine.

 

Roma, marzo 2012

 

 

Disturbo Dipendente di Personalità

Dr.ssa Laura Procopio

 

Le persone che presentano un Disturbo Dipendente di Personalità manifestano insicurezza e scarsa fiducia di sè. Hanno un eccessivo bisogno di essere accuditi, esibendo un comportamento sottomesso ed adesivo al fine di mantenere le relazioni.

Si tratta di soggetti che si sentono a disagio quando si trovano da soli, in quanto sono molto preoccupati di doversi prendere cura di se stessi. Preferiscono lasciare agli altri la responsabilità sulle decisioni che riguardano la loro vita.

Possono provenire da famiglie in cui i genitori hanno comunicato che l'indipendenza è pregna di pericoli.   dipendente

Il DSM IV-TR elenca una serie di criteri per il Disturbo Dipendente di Personalità:

Una situazione pervasiva ed eccessiva di necessità ad essere accuditi, che determina un comportamento sottomesso e dipendente, con timore della separazione, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:

1) ha difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere un'eccessiva quantità di consigli e di rassicurazioni;

2) ha bisogno che altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita;

3) ha difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri per il timore di perdere supporto o approvazione;

4) ha difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose autonomamente (per una mancanza di fiducia nel prorpio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per mancanza di motivazione o di energia);

5) può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e suppoto dagli altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli;

6) si sente a disagio o indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapace di provvedere a se stesso;

7) quando termina una relazione stretta, ricerca urgentemente un'altra relazione come fonte di accudimento e di supporto;

8) si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato da solo a provvedere a se stesso.

 

Roma, marzo 2012

 

 

Disturbo Antisociale di Personalità

Dr.ssa Laura Procopio

 

Le persone che presentano un Disturbo Antisociale di Personalità sono molto impulsive, in quanto commettono azioni senza pensare alle loro possibili conseguenze. Spesso, hanno difficoltà a mantenere un'attività lavorativa continuativa e tendono ad infrangere la legge. Inoltre, manifestano una condotta aggressiva e commettono azioni sconsiderate.

Si tratta di soggetti che non riescono a pianificare il loro futuro.

Spesso, tali individui presentano una storia personale in cui hanno subito tremende crudeltà, deprivazioni ed abusi da parte delle figure genitoriali.

Il DSM IV-TR elenca una serie di criteri per il Disturbo Antisociale di Personalità:

Un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, che si manifesta fin dall'età di 15 anni, come indicato da tre (o più) dei segenti elementi:

1) incapacità di conformarsi alle norme sociali per ciò che concerne il comportamento legale, come indicato dal ripetersi di condotte suscettibili di arresto;

2) disonestà, come indicato dal mentire, usare falsi nomi, o truffare gli altri ripetutamente, per profitto o per piacere personale;

3) impulsività o incapacità di pianificare;

4) irritabilità ed aggressività, come indicato da scontri o assalti fisici ripetuti;

5) inosservanza spericolata della propria sicurezza e di quella altrui;

6) irresponsabilità abituale, come indicato dalla ripetuta incapacità di sostenere un'attività lavorativa continuativa, o di far fronte ad obblighi finanziari;

7) mancanza di rimorso, come indicato dall'essere indifferenti o dal razionalizzare dopo aver danneggiato, maltrattato o derubato un altra persona.

L'individuo ha almeno 18 anni.

Presenta un Disturbo della Condotta con esordio prima dei 15 anni di età.

Il comportamento antisociale non si manifesta esclusivamente durante il decorso della Schizofrenia o durante un Episodio Maniacale.

 

Roma, marzo 2012

Disturbo Evitante di Personalità

Dr.ssa Laura Procopio

 

Le persone che presentano un Disturbo Evitante di Personalità manifestano insicurezza, paura, ed hanno difficoltà ad allacciare relazioni interpersonali in quanto temono l'eventualità di possibile critiche e disapprovazioni.

Si tratta, quindi, di soggetti inibiti nelle situazioni sociali perchè si ritengono incompetenti ed inferiori agli altri.

Il DSM IV-TR elenca una serie di criteri per il Disturbo Evitante di Personalità:           evitante

Un quadro pervasivo di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza ed ipersensibilità al giudizio negativo, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi:

1) evita attività lavorative che implicano un significativo contatto interpersonale, poichè teme di essere criticato, disapprovato o rifiutato;

2) è riluttante ad entrare in relazione con persone, a meno che non sia certo di piacere;

3) è inibito nelle relazioni intime per il timore di essere umiliato e ridicolizzato;

4) si preoccupa di essere criticato o rifiutato in situazioni sociali;

5) è inibito in nuove situazioni interpersonali per i propri sentimenti di inadeguatezza;

6) si vede come socialmente inetto, personalmente non attraente, o inferiore agli altri;

7) è insolitamente riluttante ad assumere rischi personali o ad ingaggiarsi in qualsiasi nuova attività, poichè questo può rivelarsi imbarazzante.

 

Roma, marzo 2012

 

 

Disturbo Borderline di Personalità

Dr.ssa Laura Procopio

 

Le persone che presentano un Disturbo Borderline di Personalità manifestano delle difficoltà nell'instaurare delle relazioni interpersonali stabili. Risultano variabili anche l'umore, l'immagine di sè e le emozioni che possono subire improvvisi e bruschi cambiamenti.

Le relazioni che instaurano, anche se sono intense, mutano costantemente da momenti di idealizzazione del partner ad altri momenti di completa svalutazione. Nella loro vita predomina l'impulsività.

Il Il DSM IV-TR elenca una serie di criteri per il Disturbo Borderline di Personalità:

Una modalità pervasiva di instabilità nelle relazioni interpersonali, dell'immagine di sè e dell'umore, ed una marcata impulsività, che compaiono nella prima età adulta e sono presenti in vari contesti, come indicato da uno o (più) dei seguenti elementi:

1) sforzi disperati per evitare un reale o un immagianario abbandono;

2) un quadro di relazioni interpersonali instabili ed intense, caratterizzate dall'alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione;

3) alterazione dell'identità: immagine di sè e percezione di sè marcatamente e persistentemente instabili;

4) impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali: spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate;

5) ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante;

6) instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell'umore (disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente per pù di pochi giorni);

7) sentimenti cronici di vuoto;

8) rabbia immotivata ed intensa, o difficoltà a controllare la rabbia (frequenti eccessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici);

9) ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori legati allo stress.

 

Roma, marzo 2012

 

 

 

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